ROMA: CASAMONICA: GIUDICI APPELLO, 'CLAN ESTESO E COESO, VITTIME ASSOGGETTATE E IMPOTENTI' 

Giovedì, 13 Aprile 2023 19:07

CASAMONICA: GIUDICI APPELLO, 'CLAN ESTESO E COESO, VITTIME ASSOGGETTATE E IMPOTENTI' 

Le motivazioni della sentenza di secondo grado che ha confermato l'accusa di mafia dopo l'inchiesta della Procura di Roma Roma, 13 apr. (Adnkronos) - Il ''gruppo criminale Casamonica, operante nella zona Appio-Tuscolana di Roma, con base operativa in vicolo di Porta Furba'' è organizzato in una 'galassia', ossia aggregato malavitoso costituito da due gruppi familiari dediti ad usura, estorsioni, abusivo esercizio del credito, nonché a traffico di stupefacenti, dotato di un indiscusso 'prestigio criminale' nel panorama delinquenziale romano, i cui singoli operavano tuttavia in costante interconnessione e proteggendosi vicendevolmente, così da aumentare il senso di assoggettamento e impotenza delle vittime, consapevoli di essere al cospetto di un gruppo molto coeso ed esteso''. E' quanto scrivono i giudici della Corte d'Appello di Roma nella sentenza con cui lo scorso novembre hanno confermato l'accusa di mafia per il clan Casamonica. Una sentenza che ha confermato l'impianto accusatorio esposto dal sostituto procuratore generale Francesco Mollace, con i pm Giovanni Musarò e Stefano Luciani applicati nel procedimento che ha anche accolto il ricorso della procura su quattro posizioni riconoscendo il 416bis, escludendo soltanto l'aggravante di essere un'associazione armata. I giudici spiegano che ''oltre alle dichiarazioni dei collaboratori Cerreoni e Fazzari, sono risultati illuminanti al fine di affermare la sussistenza del sodalizio mafioso i riscontri provenienti da alcune intercettazioni'' tra cui una che risale all'ottobre 2000 in cui Giuseppe Casamonica, parlando a una guardia giurata a cui era stata richiesta la somma di 130mila euro per la restituzione di un ciclomotore rubato ''chiedeva a Casamonica come comportarsi per evitare problemi in un ambiente commerciale per lui sconosciuto e si sentiva rispondere 'A Roma ci stanno i Casamonica e basta''. ''Che non si trattasse di spacconate o di affermazioni di portata largamente esagerata, come sostenuto dalle difese degli imputati'' scrivono i giudici, ci sono anche le ''deposizioni delle persone offese dai numerosi reati di usura ed estorsione, apparsi in dibattimento inizialmente reticenti perché spaventati delle conseguenze negative della propria deposizione''. ''Naturalmente tali denunce non sono mai state spontanee ma sono faticosamente scaturite dalle convocazioni delle persone offese dagli investigatori'' sottolineano i giudici di Appello. Fonte Adnkronos 13-APR-23 

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