Roma, 10 mag. - "Appare evidente, sulla scrupolosa ricostruzione in fatto, che sussiste il pericolo che qualora non venga adottata la misura cautelare reale, la libera disponibilita' dell'armeria del poligono di tiro di viale Tor di Quinto possa agevolare la commissione di altri reati, come avvenuto nel caso di specie e anche nel passato". A scriverlo il gip di Roma, Emanuela Attura, nel decreto con cui ha disposto il sequestro preventivo dell'armeria del poligono dove l'11 dicembre scorso Claudio Campiti ha preso l'arma utilizzata poi per uccidere quattro donne, Nicoletta Golisano, Elisabetta Silenzi, Sabina Sperandio e Fabiana De Angelis, durante una riunione del consorzio Valleverde in un gazebo di via Monte Gilberto, a Fidene. "Infatti - sottolinea il gip - il sequestro dell'armeria del Tiro a Segno Nazionale garantisce la cessazione di qualsiasi attivita' direttamente o indirettamente collegata al noleggio delle armi e quindi l'accesso alle linee di tiro rimane riservata agli utenti in possesso di un'autorizzazione di polizia e muniti di un'arma di proprieta', esclusivamente per lo svolgimento dell'attivita' istituzionale dell'ente". Nell'indagine oltre a Campiti, a cui vengono contestate le accuse di omicidio volontario con le aggravanti della premeditazione e dei futili motivi, tentato omicidio, in riferimento alle due persone rimaste ferite, e il porto abusivo di armi, sono indagati anche il presidente della Sezione Tiro a Segno Nazionale di Roma e un dipendente addetto al locale dell'armeria. In sostanza a Campiti "privo di porto d'armi, la pistola era stata consegnata in armeria ed era uscito portandola con se' in autonomia senza che nessuno lo accompagnasse alla linea di tiro o che verificasse l'arrivo dell'uomo alla linea di tiro". Dagli accertamenti eseguiti dai carabinieri del nucleo investigativo, nell'inchiesta coordinata dal procuratore aggiunto Michele Prestipino con il pm Giovanni Musaro', in altre sezioni del Tiro a segno nazionale, "e' emerso che le armi noleggiate dai soci, privi di porto d'arma, vengono consegnate direttamente sulla linea di tiro". In particolare il presidente del Tiro a segno di Viterbo ha "fornito un altro rilevante spunto sul tema delle cautele da adottare nel trasportare le armi dall'armeria alla linea di tiro: l'arma infatti viene riposta in una valigetta chiusa con un lucchetto e non, come nel caso di Roma, con una fascetta in plastica che chiunque potrebbe rimuovere". Nel decreto vengono inoltre riportati altri episodi precedenti alla strage di Fidene, "che hanno destato allarme". Nel gennaio 2012 un uomo, socio del poligono, dopo aver sottratto una pistola l'aveva usata tre giorni dopo per compiere una rapina a un ufficio postale di Firenze. In un'altra occasione, nel giugno 2010, un socio si era suicidato nel bagno del poligono utilizzando la pistola che gli aveva dato lo stesso dipendente ora indagato. Fonte AGI 10 MAG 23
Strage di Fidene, sequestrata l'armeria del poligono Indagato presidente della sezione Tiro a Segno
ANSA - ROMA, 10 MAG - Su richiesta della Procura di Roma i carabinieri del nucleo investigativo di via in Selci hanno dato esecuzione ad un provvedimento del gip di sequestro preventivo dell'armeria del poligono di tiro di Tor di Quinto nell'ambito del procedimento sulla strage compiuta da Claudio Campiti l'11 dicembre scorso che provocò la morte di quattro donne nel corso di una riunione di condominio. L'uomo aveva prelevato la pistola utilizzata a Fidene proprio nell'armeria del poligono. Con il sequestro il gip dispone il "divieto di effettuare il noleggio, a qualunque titolo, delle armi di proprietà del Tiro a Segno Nazionale-Sezione Roma e che abbiano accesso alle linee di tiro esclusivamente i soggetti titolari di una autorizzazione di Ps, se muniti di un'arma di esclusiva proprietà". In questo segmento di indagine risultano indagati anche il presidente della Sezione Tiro a Segno Nazionale di Roma e un dipendente. Nei loro confronti, a seconda delle posizioni, vengono contestati reati sulla custodia e controllo delle armi. Fonte ANSA 2023-05-10